Quel magone che un Pinot Bianco del Collio spazza via
La tua bocca ha una perenne linea all’ingiù, le tue sopracciglia la seguono, anche se a volte prendono una strada leggermente diversa e si avvicinano tra loro sopra al tuo naso, trascinandosi dietro la bocca a forma di sedere di gallina. Hai un così detto magone, un forte peso tra gola e petto che non riesci bene a identificare. Sembri un cartone animato, ma il cattivo della situazione. Maleficient, la strega di Biancaneve e perché no Gargamella o Skeleton tutti assieme.
Non è colpa tua però, senti che non è così, o forse te lo racconti. Sei arrivato allo stremo, la tua dolce metà ti sta straziando il cuore, non lo capisce, non sai come poterne uscire e ti aggrappi al peggio di te…e di chi ti sta di fronte. Ti svegli la mattina incazzato, sì, fortemente incazzato, vai a dormire la sera deluso. Che vita grama, che grama vita. Appena vi trovate vi imbeccate, frecciatine di qua, critiche di là. Ma che vita è?!
Oggi poi, vi ritrovate pure entrambi in casa a lavorare. Il fato ha voluto che condivideste lo stesso spazio non solo la sera a rientro dai rispettivi luoghi di lavoro, ma anche di giorno. Il quieto vivere per lavorare al meglio ci deve essere, ve lo promettete. Ti senti forte delle tue parole “Ti parlo solo di lavoro e per lavoro, per il resto ne faccio a meno”. Che essere umano tutto d’un pezzo! Ti senti proprio stanco di questa situazione e non te ne rendi neppure conto che quel magone, tra la gola ed il cuore, si sta trasformando in un macigno che ti condurrà all’indifferenza.
Eh no! All’indifferenza tu non vuoi arrivarci. Indifferenza è male, indifferenza è brutto, indifferenza vuol dire: fine. Che siate arrivate al capolinea? Che sia finito già tutto qui? Ma non avete intrapreso la strada della famiglia? Che fine hanno fatto i progetti che avevi in mente e che vi eravate amorevolmente confidati, scoprendo che erano gli stessi? Non può essere tutto scomparso! Eppure…quel magone al solo pensiero si alza, monta verso la testa, passando per la gola e facendoti sputare cattiverie alla prima occasione di colloquio. Sei proprio tu quello. Come ti sei trasformato!
Preso dallo sconforto totale, decidi di uscire, via, fuggi, lontano da questa situazione che ti disgusta, che non approvi, che non apprezzi, che non vuoi faccia parte della tua vita. E nell’uscire manchi, consapevolmente, per l’ennesima volta, alla tua dolce metà. Non saluti, non la consideri, non ti interessi di quanto sta facendo.
Esci con la scusa di prendere del materiale per lavoro, che ti serve, ma che avresti potuto comprare anche domani. Ti incammini sovrappensiero, con la mente che vaga tra il buio liquido delle ultime parole dette e il bianco tepore dei ricordi dei momenti felici. Site voi questi? Sei tu il carabiniere, gendarme accompagnato nella vita da “alice nel paese delle meraviglie”? Volevi essere così? Un compagno di questo tipo? Volevi questa vita? Alzi gli occhi al cielo che scorgi azzurrissimo tra le foglie gialle dei tigli che stanno andando in letargo. Si può ancora fare qualcosa? Abbassi gli occhi e prima che tocchino il suolo e lo sconforto totale ti pervada, incrociano la vetrina dell’enoteca all’angolo di casa. Pare proprio un richiamo del fato. Male non farà.
Ti dirigi pesante verso quella porta, svogliato e triste. Passerà mai questo periodo? Leggi la carta dei vini del giorno sulla lavagna a specchio. Caspita che fastidio le doppie lettere che si riflettono. Oggi ti andrebbe di sindacare anche su questo con l’oste. Per fortuna ti trattieni. Ordini, a caso, tanto a te non interessa…e no. A te interessa sempre bere un buon bicchiere. L’oste consiglia il Pinot Bianco e ti fidi. Sceglie lui per te, che già capirti da solo in questo momento non è facile, almeno nella scelta del vino ti fai guidare.
Seduto su quello sgabello che guarda fuori, oltre la vetrina, il tuo volto segue l’andamento delle foglie che cadono come se fosse pioggia dagli alberi. L’autunno è sempre un grande spettacolo. Ed il tuo cuore inizia un po’ a sciogliersi, rimirando la natura ed accogliendo il primo sorso pieno di questo Pinot Bianco friulano. Avvolge tutto, naso e palato. Il Collio ha sempre un gran fascino. Frutta e fiori lasciano piano spazio alla mineralità. Ma quella morbidezza è proprio quello che ti ci voleva. Che non finisce lì sola. La controparte freschezza fa capolino, rendendo il finale molto lungo. Il magone sembra quasi sparito! Forse un piatto di prosciutto crudo con quei grissini tanto buoni, in barba a chi ti aspetta a casa per cena, farà il resto!