La Frasca del Privée incontra Borgoluce e le sue specialità
Conoscete un’azienda agricola che si occupi con rispetto per l’ambiente e con una storia millenaria dell’intera filiera della coltivazione dei cereali, dell’allevamento del bestiame, dal formaggio alla carne, ma soprattutto di vino?
Noi l’abbiamo incontrata nell’ultimo appuntamento da Prosecco Privée, nel suo giardino estivo: l’azienda Borgoluce ci ha portato nella sua realtà attraverso una degustazione dei suoi prodotti principe.
Con sede a Susegana, ma con proprietà che si estendono dalle colline del Conegliano Valdobbiadene al Piave, quest’azienda ha sempre concentrato i propri sforzi per essere indipendente o, come il Dott. Giustiniani ha sottolineato, a ciclo chiuso, per poter utilizzare appieno le proprie risorse. Ciò sta a significare che l’intera filiera è pensata per essere autosufficiente, con lo scopo di produrre prodotti di estrema qualità.
Bufale, mucche, suini allevati con cura, lasciati al pascolo, proprio come si faceva una volta e si continua a fare in montagna, forniscono all’impianto di biogas il materiale per funzionare, impiegato per alimentare l’azienda nella produzione di cereali loro volta utilizzati per la produzione di alimenti ad uso umano, ma in parte dati anche al bestiame. E non solo: olio, miele, noci completano le diverse attività satelliti dell’azienda, che ruotano tutte intorno a quella enologica.
Una differenziazione produttiva fondamentale, che ha consentito alla famiglia Collalto di far progredire nei secoli la propria azienda, cambiando ed affinando le attività con occhio critico, puntato alle esigenze sia interne sia di mercato. Intelligentemente legata all’ambiente, di cui si prende cura, la direzione è fortemente convinta della necessità di mantenere una biodiversità, fondamento in natura.
Biodiversità che si ritrova all’interno del vino. Naturalmente dedita alla coltura di Glera, la zona di Susegana facente parte della Conegliano Valdobbiadene Docg e di proprietà di Borgoluce ha terreno unico nel suo genere, più argilloso di quelli delle parti limitrofe, e con l’esclusività delle Rive. Adatto alla produzione di Prosecco Docg dalla struttura più percepibile e dal lungo retrogusto, queste colline forniscono uve per la produzione di due tipologie di vino: Prosecco Superiore e Rive, entrambe in versione brut ed extra dry.
Ma non si esaurisce qui la produzione di vino Borgoluce, poiché proprio seguendo la filosofia principe di biodiversità e rispetto del terreno, nelle zone pianeggianti vicine al Piave l’azienda ha deciso di sviluppare una viticoltura tipica e con radici ben affondate nella storia: bianchi fermi e rossi internazionali ma presenti nella regione da sempre e quindi considerati addottivi autoctoni. Pinot Grigio, Merlot, Cabernet.
Quello che però ha stupito durante la degustazione è stata la versatilità dei prodotti abbinati ai vini. Il menù creato sulle punte di diamante dell’azienda Borgoluce è stato inizialmente accompagnato da quello che definisco “tutto bufala”: treccia e mozzarella per la parte casearia, salame per quella da salumeria. Il tutto in purezza ed accompagnati da un Prosecco Superiore Borgoluce brut. Semplicità e raffinatezza, caratteristiche che contraddistinguono l’azienda e le serate di Prosecco Privée.
Le declinazioni successive pensate dallo chef Matteo Cattai sono state quella canonica di bocconcini di bufala con pomodorini, basilico e pesto rigorosamente freschissimi, per avere classicità sia nel bicchiere sia nel piatto, galletta di mais biancoperla con sottoli che ricordavano sapori liguri, dando una lettura contemporanea per spuntini sfiziosi, giusti per le temperature attuali, utilizzando prodotti tradizionali, ed una tartare di bufala condita con un filo d’olio che mette in risalto la qualità della carne, delicata e morbida, accompagnata da verdure croccanti sottolio. Cosa dire? La versione del Prosecco Superiore Rive di Collalto brut ha stupito, per la sua semplicità e franchezza, ma soprattutto per la sua eleganza nell’accompagnare le pietanze. Ma come in ogni serata che si rispetti e che Sos Sommelier organizza, voci discordanti dal coro hanno preferito continuare con la versione precedente, leggermente più morbida.
Le Rive, infatti, nella tipologia brut più secca rispetto a quella iniziale, anche definibile extra brut, è stata servita anche in accompagnamento alle due pietanze principali: pasta all’italiana, che con i suoi pochi ingredienti è riuscita a riempire di aromi l’atmosfera, ed un’indimenticabile mini hamburger. Piatti facili, veloci, ma conviviali ed eseguiti a regola d’arte. Proprio come il Prosecco Superiore, definito dal Dott. Giustiniani un vino di successo per la sua nota fruttata molto semplice, un grado alcolico non invadente, una bollicina fine ed un ottimo retrogusto amarognolo che invita a bere nuovamente. Proprio come i prodotti di Borgoluce: non ci si ferma mai al primo.
E cos’è stato prediletto dal pubblico? Ognuno ha avuto la sua da dire, non sono mancate domande che guardassero ad approfondire la conoscenza in merito alla Conegliano Valdobbiadene Docg. All’unanimità, però, concordi sull’eccellenza dei prodotti locali, di cui non tutti sapevano dell’esistenza! A volte non serve andare distante per poter avere il meglio nel bicchiere e nel piatto…
La conclusione, aperta con le bottiglie di Rive di Collalto extra dry, è stata data dal dessert, con un primo cucchiaio di yogurt di bufala ed amarena aromatizzata all’anice, che ha preparato il palato per accogliere una cheese cake di ricotta di bufala, miele e noci. Dico solo che la ricotta è arrivata appena fatta, ancora tiepida. Non ci sono altre parole per descrivere la ricchezza di sensazioni scatenate al palato.
Cosa di meglio? Un drink o un digestivo prima di andare a casa e prepararsi per una giornata lavorativa, carichi di semplicità, sorrisi e tanti sapori.
Vi aspettiamo giovedì per parlare di Prosecco Superiore e biologico. Il menù? Chiedete e ve lo gireremo.
Claudia